Il Tribunale di Taranto ha ordinato la sospensione della serie “Avetrana – Qui non è Hollywood”, il cui debutto su Disney+ era previsto per il 25 ottobre 2024. La decisione è arrivata dopo il ricorso d’urgenza presentato dal sindaco di Avetrana, Antonio Iazzi, supportato da un pool di avvocati. La richiesta del sindaco si basa sulla necessità di proteggere l’immagine della cittadina pugliese, spesso associata al tragico omicidio di Sarah Scazzi.
Iazzi ha chiesto la sospensione immediata della messa in onda e la possibilità di visionare in anteprima la serie, per verificare che il contenuto non rappresenti Avetrana come una comunità “ignorante, retrograda e omertosa”. Il ricorso evidenzia l’importanza di una rappresentazione rispettosa della cittadina, che, secondo il sindaco, deve essere conosciuta per i suoi tesori storici e artistici piuttosto che per eventi tragici e controversi.
In un comunicato pubblicato nei giorni precedenti, il sindaco aveva già espresso preoccupazione, sottolineando come l’imponente risonanza mediatica legata al caso di Sarah Scazzi abbia influenzato negativamente l’immagine di Avetrana. Nel ricorso, Iazzi ha anche ricordato che il Comune si era costituito parte civile nel processo contro Michele Misseri, ottenendo un risarcimento per i danni subiti a livello di immagine.
Il giudice Antonio Attanasio ha accolto il ricorso, fissando un’udienza per il 5 novembre 2024, durante la quale le parti potranno presentare le loro argomentazioni. La serie, diretta da Pippo Mezzapesa, è ispirata al caso di cronaca del 2010, che sconvolse l’Italia per l’efferatezza del crimine e l’ampia copertura mediatica.
Il titolo stesso della serie, “Avetrana – Qui non è Hollywood”, è ritenuto dal sindaco potenzialmente lesivo per la comunità, poiché rischia di mettere nuovamente al centro dell’attenzione la città, associandola a un caso che Avetrana sta cercando di lasciarsi alle spalle. La serie si inserisce in un trend crescente di adattamenti televisivi di fatti di cronaca nera, che spesso suscitano dibattiti sulla responsabilità mediatica e il rispetto delle comunità coinvolte.
